C’è anche un po’ di Umbria nello spazio
di Elena Peschiaroli
Un’azienda locale di Assisi contribuirà a riportare l’uomo sulla luna. L’impresa FOMAP, di Petrignano di Assisi, ha di fatto fabbricato dei componenti per la struttura primaria del modulo di servizio europeo della capsula spaziale americana, Orion. Il modulo a cui ha contribuito l’azienda umbra comprende tutti i sistemi per la navicella abitata dagli astronauti, tra cui la generazione elettrica, la propulsione, il controllo termico e gli elementi necessari alla sopravvivenza dell’equipaggio nello spazio, ovvero acqua,azoto e ossigeno.
L’azienda nata nel 1982 da Pietro Flavi con i suoi due figli Fabrizio e Flaminio, per operare nel campo della meccanica quantistica, successivamente si specializza nell’ambito dell’ingegneria aerospaziale, della difesa e dell’energia. Ad oggi la compagnia conta circa 75 dipendenti diretti e all’incirca 30 nell’indotto. Attualmente la ditta lavora per fornire la sede di Thales Alenia Space di Torino, leader mondiale nelle infrastrutture spaziali. Allo stesso tempo prende parte, già da tempo, ad altri programmi europei.
Sulla spedizione il fondatore dell’azienda FOMAP dichiara: “Siamo molto orgogliosi e ringraziamo Thales Alenia Space di averci dato la possibilità di contribuire ad una missione internazionale storica che rappresenta l’evoluzione della prossima presenza dell’uomo nello spazio”. Il lancio di Orion rientra all’interno del programma lunare della NASA, Artemis.
La capsula spaziale Orion è stata lanciata il 16 novembre dal Kennedy Space Center in Florida ed è rientrata, dopo quasi un mese, il 12 dicembre 2022, in seguito al completamento di un’orbita attorno alla luna. Con lo scopo di testare la sicurezza della capsula, di fatto non vi era un equipaggio di astronauti, che sarà invece presente nella prossima missione nello spazio la quale avrà luogo nel 2024 sotto il nome di Artemis II. Per arrivare in seguito alla costruzione di una stazione spaziale nell’orbita lunare.
Ci rimangono delle foto del viaggio compiuto dalla capsula, inviate alla NASA e all’Agenzia spaziale europea, grazie alle sedici fotocamere che sono state installate a bordo, con l’obiettivo di aiutare gli ingegneri a capire le condizioni della navicella dopo il lancio. In particolare sono state utili le videocamere installate alle estremità delle ali, dotate anche di pannelli solari.
Tra queste, molte foto della Terra. Le immagini satellitari sono state commentate dall’astronauta dell’ESA, Alexander Gerst, il quale ha lavorato insieme ad altri colleghi, tra cui l’italiano Luca Parmitano, che ironicamente scrive via Twitter: “Sorridete vi stanno riprendendo!” Tutti noi siamo in quella foto. Davvero tutti.