Terni, oltre l’acciaio

di Edoardo Nobili

Nota da decenni come “città dell’acciaio”, Terni non è conosciuta per le svariate prospettive che offre. Si va da beni culturali di epoche remote ad architetture contemporanee nate dai progetti di Ridolfi, Frankl e Bazzani, fino a bellezze naturali straordinarie.

Ora perché si continua ancora a parlare di Terni come la città dell’acciaio? In primo luogo deve essere la stessa cittadinanza a volere, con forza, che gli venga tolta la connotazione della “Manchester italiana” per rivestirne altre che diano spazio a nuove dimensioni economiche. Ci si deve impegnare a tutti i livelli per far divenire Terni una città nuova, organizzata, turistica, colta, capace di attrarre investimenti non solo nel settore del commercio ma anche nel turismo e nella divulgazione culturale. Per raggiungere questo obiettivo è essenziale consentire alla città di dotarsi di una vera e propria cittadina universitaria. Da anni molti si battono per ottenere un Ateneo indipendente, alla stessa stregua di città vicine e più piccole che sono riuscite ad affermarsi su questo tema. Si veda ad esempio Viterbo con la sua Università della Tuscia. Non mancano, si è detto, solo le possibilità, ma forse anche una certa volontà politica, eppure se Terni risorgesse, si organizzasse e si rendesse conto di quanto sia importante dotarsi di una nuova visione, forse sarebbe in grado di andare oltre.

Di tante iniziative proposte, molte non si sono viste realizzate, perché si possa considerare il tutto solo una coincidenza. La città archeologica di Carsulae, un piano di sviluppo per la zona della Cascata delle Marmore, la possibilità di realizzare una grande Parco di divertimento o acquaparco. Che dire poi di tutte le idee per legare alla festa di San Valentino (ormai famosa nel mondo) iniziative musicali o culturali che potessero generare eventi ricorrenti di risonanza quantomeno nazionale. Anche il sogno di diventare una città del cinema è stato infranto e sulla dissoluzione di questo ultimo sogno è opportuno dedicare alcune riflessioni. Rispose, in un certo senso, l’assessore alla Cultura del Comune: «Terni è attualmente impegnata sul fronte del cinema proponendo il territorio locale come base di lavoro e di produzione». Nonostante ci fosse stato l’impegno di Umbria Film Commission a sondare il terreno per ripercorrere il sogno della ‘Terni del cinema’, i lavori per la nuova sede del “cinema” sono attualmente in corso a Perugia. A tal proposito, Illustrando i lavori in corso all’interno dell’Umbria Film Commission, un suo consigliere, il dott. Corvi ha aggiunto: «In questo momento stiamo lavorando sulle produzioni e quindi cercando di fare in modo che le opere pensate all’esterno possano essere realizzate sul territorio umbro. Successivamente ci dedicheremo agli aspetti legati alle storie create in Umbria, sul territorio».

Inoltre, come indicato dalla stessa Umbria Film Commission, costituita con l’obiettivo di attirare produzioni cinematografiche e televisive, Terni potrà puntare solo sul cineturismo e sperare di ottenere quel po’ di visibilità che possa favorire anche lo sviluppo economico. Rettificata e concretizzata, in linea con quanto decretato sui tavoli decisionali, la possibilità di vedere l’aviosuperficie “Alvaro Leonardi” diventare set cinematografico dal 4 al 14 agosto, la produzione internazionale è in procinto di girare il sequel di ‘The Old Guard 2’. Una produzione Netflix, che sembra includere tra il cast anche attrici del calibro di Uma Thurman e Charlize Theron. Anche se non è ben chiaro se le due attrici internazionali saranno presenti o meno in città, la risonanza mediatica dell’evento si è fatta sentire, e come da sempre accade, nonostante l’importante occasione promozionale, fioccano le polemiche. E per girare le riprese sarà necessario chiudere ai voli tutta l’area, creando notevoli problemi alla Buzzard Aviation, intenzionata a chiedere un risarcimento a Terni Reti – gestore dell‘ aviosuperficie. Terni Reti, rappresentata dall’avvocato Emanuela Fratini, sottolinea che «l’affitto dell’aviosuperficie a una produzione di tale calibro avrà importanti ricadute sul territorio, anche occupazionali»; infatti, se la troupe che nelle ultime settimane ha effettuato i sopralluoghi era di 30 elementi, molti di più saranno gli artisti e i tecnici che alloggeranno nel territorio nei giorni delle riprese. Roberto Romboli della Buzzard Aviation non è d’accordo. A vecchie acredini tra le due parti si aggiunge ora questa polemica.

Tale fatto di cronaca è l’ennesima dimostrazione del “modus operandi” presente nel nostro Territorio. Una vera e propria incapacità di fare sistema dove tutto naufraga, tutto si impantana e nulla viene portato a termine con profitto. Ci si divide su tutto, anche su ciò che può tornare utile a chi promuove la polemica. Alla fine, se le iniziative ci sono, poche sono le sue realizzazioni. Se è vero che le scale si salgono ponendo il piede sul primo gradino, allora è arrivato il momento di cominciare.