PNRR - Missione 4
Missione 4: l’attenzione al futuro dei giovani
I giovani e le loro famiglie sono i principali destinatari delle riforme e degli investimenti previsti dalla Missione 4, perché i suoi obiettivi, come si legge nella presentazione del PNRR, «sono rivolti innanzitutto a dare ai giovani gli strumenti necessari per una partecipazione attiva alla vita sociale, culturale ed economica del Paese, fornendo al contempo quel bagaglio di competenze e abilità indispensabili per affrontare i processi di trasformazione del nostro vivere indotti dalla digitalizzazione e dalla transizione ecologica». La Missione 4, quindi, è dedicata a un tema importantissimo: come migliorare i percorsi scolastici e universitari, garantendo il diritto allo studio e all’acquisizione di competenze avanzate, in un contesto sempre più dominato dalla ricerca scientifica e tecnologica. La Missione 4 si articola in due componenti:
- la prima riguarda il potenziamento dell’offerta di servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università;
- la seconda invece riguarda la ricerca e le connessioni con le imprese produttive.
Quali sono i principali obiettivi della prima componente? In sintesi si possono riassumere così:
- rivedere l’organizzazione del sistema scolastico per colmarne le carenze quantitative e qualitative lungo tutto il ciclo formativo;
- favorire l’accesso all’università e rendere più rapido il passaggio al mondo del lavoro;
- ampliare le competenze scientifiche, tecnologiche, linguistiche degli studenti e quelle digitali dei docenti e del personale scolastico;
- riformare i processi di formazione e reclutamento degli insegnanti, uno snodo tanto cruciale quanto controverso rispetto alle soluzioni prospettate;
- riformare i dottorati di ricerca, dei quali si prevede un significativo aumento.
L’innalzamento dei livelli di istruzione nella popolazione è un elemento fondamentale per stimolare la competitività del sistema economico e ampliare le opportunità e gli strumenti conoscitivi dei cittadini. In Italia, secondo l’ISTAT, «i livelli di istruzione sono significativamente più bassi tra gli uomini, tra gli stranieri e tra i residenti nelle regioni meridionali». L’obiettivo dell’Unione Europea è che almeno il 40% dei giovani di 30-34 anni sia laureato: attualmente l’Italia è solo al 28%, al penultimo posto (se poi consideriamo i 25-64enni si scende al 19% contro una media UE del 32%).